Il
dolce far niente è un'espressione per
indicare l’inattività di una persona
poiché ogni individuo valuta in modo
soggettivo lo ‘stare in ozio’: un impiegato che
torna a casa dal lavoro
perde il proprio tempo guardando i programmi televisivi, il critico
televisivo
invece lavora su quei programmi ed elabora riflessioni sistematiche; un
pensionato per oziare si dedica a lunghe passeggiate nel bosco, ma il
bosco per
il botanico rappresenta il luogo di studio e di ricerca; un paziente in
una sala
d’attesa perde tempo leggendo riviste mediche, ma il
ricercatore su quelle
riviste pubblica articoli di importanti scoperte scientifiche.
Ogni persona ha proprie
idee, opinioni, modi su come svagarsi e adotta a seconda dei contesti o
degli
ambienti in cui si trova soluzioni variabili per soddisfare al meglio
questa sua
voglia o necessità.
Il
dolce far niente, qui presentato solo in alcune delle tante forme
possibili di
cui la lingua italiana gode, ci
suggerisce una
riflessione: anche quando non facciamo niente facciamo qualcosa,
cioè pensiamo.
In tal senso, la figura del perdigiorno in assoluto non esiste. E
così il dolce
far niente sembra essere solo una delle tante illusioni prodotte dalla
nostra
mente.
Bibliografía:
Michele Francipane, Dizionario
degli Aneddoti, Bur, Milano 2002.
Carrese,Massimo Gerardo, Il
dolce far niente, fantasiologo,
https://www.fantasiologo.com/Massimo%20Gerardo%20Carrese%20-%20Il%20dolce%20far%20niente.html
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